CHIESE DI SANT'ANTIOCO IN PROVINCIA DI NUORO
ATZARA
E' la chiesa parrocchiale
Il prospetto dell’edificio di culto, espanso in larghezza, presenta un paramento murario dal taglio accurato tutto in trachite; il terminale piano è risolto da un cornicione sul quale poggiano i merli, sempre in trachite, trilobati. Il portale è sormontato da un rosone dotato di raggiera a colonnine raccordate da archetti; due finestre semicircolari, sui lati, illuminano le navate laterali. Sul lato destro e in parte incorporata alla chiesa, è la torre campanara, a canna quadra, in trachite, con specchiature distinte orizzontalmente da cornici marcapiano e monofore a sesto acuto e a tutto sesto. La torre è conclusa da un recinto a balaustra in pietra, molto simile a quello del recinto presbiteriale del limitrofo santuario campestre di San Mauro, in agro di Sorgono.
Una cupola recante una grande sfera in rame con una croce al di sopra che il campanile portava una volta, fu eliminata per pericolo di crollo.
Scomparsa anche una piccola scultura di pietra che aveva l'aspetto di un omino senza vesti detto comunemente su moru sacru, che era collocata nella parte anteriore della chiesa rispetto alla facciata e che fungeva da scolo per l'acqua piovana.
L’aula è trinavata con la navata principale voltata a sesto acuto e le laterali a tutto sesto. Sono presenti due cappelle laterale e altre due affianco il presbiterio, tutte sono voltate a botte. L’interno è percorso da cornicioni dentellati e delle nicchie timpanate ornano le testate delle cappelle laterali, tutti elementi classicheggianti o già tardornanieristici.
L'altare maggiore in legno, in stile spagnolo, ora è collocato nella cappella del Sacro Cuore.
Meritano di essere ricordate alcune preziose argenterie di epoca cinquecentesca: un ostensorio di fattura spagnola, una croce di bottega cagliaritana.
scheda dal sito del comune di atzara - per saperne di più chiesedisardegna
E' la chiesa parrocchiale
Il prospetto dell’edificio di culto, espanso in larghezza, presenta un paramento murario dal taglio accurato tutto in trachite; il terminale piano è risolto da un cornicione sul quale poggiano i merli, sempre in trachite, trilobati. Il portale è sormontato da un rosone dotato di raggiera a colonnine raccordate da archetti; due finestre semicircolari, sui lati, illuminano le navate laterali. Sul lato destro e in parte incorporata alla chiesa, è la torre campanara, a canna quadra, in trachite, con specchiature distinte orizzontalmente da cornici marcapiano e monofore a sesto acuto e a tutto sesto. La torre è conclusa da un recinto a balaustra in pietra, molto simile a quello del recinto presbiteriale del limitrofo santuario campestre di San Mauro, in agro di Sorgono.
Una cupola recante una grande sfera in rame con una croce al di sopra che il campanile portava una volta, fu eliminata per pericolo di crollo.
Scomparsa anche una piccola scultura di pietra che aveva l'aspetto di un omino senza vesti detto comunemente su moru sacru, che era collocata nella parte anteriore della chiesa rispetto alla facciata e che fungeva da scolo per l'acqua piovana.
L’aula è trinavata con la navata principale voltata a sesto acuto e le laterali a tutto sesto. Sono presenti due cappelle laterale e altre due affianco il presbiterio, tutte sono voltate a botte. L’interno è percorso da cornicioni dentellati e delle nicchie timpanate ornano le testate delle cappelle laterali, tutti elementi classicheggianti o già tardornanieristici.
L'altare maggiore in legno, in stile spagnolo, ora è collocato nella cappella del Sacro Cuore.
Meritano di essere ricordate alcune preziose argenterie di epoca cinquecentesca: un ostensorio di fattura spagnola, una croce di bottega cagliaritana.
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GAVOI
E' una chiesa urbana
Sorge ai piedi del rione “Su Craru”, luogo in cui si dominava la vallata di Gusana e di Aratu. Il luogo è stato forse il primo cimitero del paese e ciò si evince dal ritrovamento di scheletri umani, debitamente custoditi, ai lati dell’altare maggiore.
La chiesa è ad una navata con cinque arcate di trachite finemente lavorata. L’altare maggiore dedicato a Sant’Antioco è in marmo, di recente rifacimento come sono recenti alcuni affreschi rifatti sul lato sinistro dell’altare. Quelli, invece, del lato destro sono originali e risalgono al 1701.
Sul lato destro della chiesa si trova l’altare dedicato al Crocifisso che proviene dalla Chiesa di S. Croce. che sorgeva dove ora sorge il Palazzo Municipale e di cui conserva il nome la piazzetta antistante ad esso.
Recentemente ai piedi dell’altare, all’interno di una teca, è stata collocata una reliquia del Santo proveniente dall’isola di Sant’Antioco.
scheda dal sito del comune di gavoi - per saperne di più chiesedisardegna
E' una chiesa urbana
Sorge ai piedi del rione “Su Craru”, luogo in cui si dominava la vallata di Gusana e di Aratu. Il luogo è stato forse il primo cimitero del paese e ciò si evince dal ritrovamento di scheletri umani, debitamente custoditi, ai lati dell’altare maggiore.
La chiesa è ad una navata con cinque arcate di trachite finemente lavorata. L’altare maggiore dedicato a Sant’Antioco è in marmo, di recente rifacimento come sono recenti alcuni affreschi rifatti sul lato sinistro dell’altare. Quelli, invece, del lato destro sono originali e risalgono al 1701.
Sul lato destro della chiesa si trova l’altare dedicato al Crocifisso che proviene dalla Chiesa di S. Croce. che sorgeva dove ora sorge il Palazzo Municipale e di cui conserva il nome la piazzetta antistante ad esso.
Recentemente ai piedi dell’altare, all’interno di una teca, è stata collocata una reliquia del Santo proveniente dall’isola di Sant’Antioco.
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IRGOLI
Un tempo campestre, si trova ora all'interno dell'abitato
La Chiesa di Sant'Antioco è del 1600. E' situata su una piccola collina, in uno spazio raccolto e ben sistemato. E' semplice e modesta nelle linee architettoniche; la facciata dell'altare è rivestita da mattonelle antiche di ceramica decorate a mano; conserva antiche statue di pregevole fattura di Sant'Antioco, San Bernardo e San Bonaventura. Nella sua semplicità, testimonia la grande fede verso questo Santo martire Sulcitano, che ancora oggi è venerato e festeggiato nel mese di Agosto con manifestazioni religiose e civili. Ogni anno è celebrata la novena e, il giorno della festa, la messa solenne seguita dalla processione. La processione, che attraversa le vie del paese, accompagnata anche da persone in costume tradizionale e cavalieri a cavallo, è molto partecipata e vede anche la presenza di molti turisti. Dell'organizzazione delle manifestazioni civili se ne occupa un comitato di giovani che si rinnova ogni anno. Notizie Biografiche Sulla biografia di Sant'Antioco non si hanno notizie certe. Nel passato si è fatta notevole confusione e non si sa con esattezza se era vescovo o medico; se era sardo, orientale o africano; se morì martire oppure no. Secondo la tradizione nacque attorno al 95 - 96 D.C. in Mauritania, allora annessa all'impero di Roma, retto, a quei tempi, da Adriano, implacabile persecutore dei cristiani. Dal padre fu avviato alla professione di medico ma con l'aiuto e la guida della madre, fervente cristiana che lo educò alla fede, capì che la sua strada era Cristo. In suo nome predicava, guariva i malati e richiamava nuovi proseliti. L'imperatore vide in lui un acerrimo nemico del paganesimo e un sobillatore dello stato e cercò di dissuaderlo dalla sua dottrina: prima con le minacce e poi con i supplizi. Il Santo sorretto da una fede incrollabile superò tutti i pericoli e anche quando l'imperatore lo caccia dall'Africa e lo fa' abbandonare su una piccola barca nel mare, perché perisse, egli sopravvive. Sospinta da venti favorevoli, la barca con Antioco approdò a Sulky (attuale Sant'Antioco); lì dimorò abitando in una grotta, nutrendosi di erbe e frutti della terra e pregando incessantemente il Signore. Attorno a lui si formò il primo nucleo di cristiani, la sua fama varcò i confini dell'isola e ne ebbe notizia anche il governatore, che mandò i soldati a chiamarlo. Antioco non oppose difficoltà ma, chiese di poter prima pregare nella sua grotta. Gli fu' concesso: si ritirò in preghiera e dopo l'orazione morì mentre la grotta s'illuminava tutta, con grande meraviglia dei soldati presenti. La tradizione fissa la morte attorno al 126 - 127 D. C. Le reliquie del santo, per 233 anni a Iglesias, dopo diverse vicissitudini sono ritornate a Sant'Antioco nella chiesa omonima.
scheda dal sito della parrocchia di irgoli - per saperne di più chiesedisardegna
Un tempo campestre, si trova ora all'interno dell'abitato
La Chiesa di Sant'Antioco è del 1600. E' situata su una piccola collina, in uno spazio raccolto e ben sistemato. E' semplice e modesta nelle linee architettoniche; la facciata dell'altare è rivestita da mattonelle antiche di ceramica decorate a mano; conserva antiche statue di pregevole fattura di Sant'Antioco, San Bernardo e San Bonaventura. Nella sua semplicità, testimonia la grande fede verso questo Santo martire Sulcitano, che ancora oggi è venerato e festeggiato nel mese di Agosto con manifestazioni religiose e civili. Ogni anno è celebrata la novena e, il giorno della festa, la messa solenne seguita dalla processione. La processione, che attraversa le vie del paese, accompagnata anche da persone in costume tradizionale e cavalieri a cavallo, è molto partecipata e vede anche la presenza di molti turisti. Dell'organizzazione delle manifestazioni civili se ne occupa un comitato di giovani che si rinnova ogni anno. Notizie Biografiche Sulla biografia di Sant'Antioco non si hanno notizie certe. Nel passato si è fatta notevole confusione e non si sa con esattezza se era vescovo o medico; se era sardo, orientale o africano; se morì martire oppure no. Secondo la tradizione nacque attorno al 95 - 96 D.C. in Mauritania, allora annessa all'impero di Roma, retto, a quei tempi, da Adriano, implacabile persecutore dei cristiani. Dal padre fu avviato alla professione di medico ma con l'aiuto e la guida della madre, fervente cristiana che lo educò alla fede, capì che la sua strada era Cristo. In suo nome predicava, guariva i malati e richiamava nuovi proseliti. L'imperatore vide in lui un acerrimo nemico del paganesimo e un sobillatore dello stato e cercò di dissuaderlo dalla sua dottrina: prima con le minacce e poi con i supplizi. Il Santo sorretto da una fede incrollabile superò tutti i pericoli e anche quando l'imperatore lo caccia dall'Africa e lo fa' abbandonare su una piccola barca nel mare, perché perisse, egli sopravvive. Sospinta da venti favorevoli, la barca con Antioco approdò a Sulky (attuale Sant'Antioco); lì dimorò abitando in una grotta, nutrendosi di erbe e frutti della terra e pregando incessantemente il Signore. Attorno a lui si formò il primo nucleo di cristiani, la sua fama varcò i confini dell'isola e ne ebbe notizia anche il governatore, che mandò i soldati a chiamarlo. Antioco non oppose difficoltà ma, chiese di poter prima pregare nella sua grotta. Gli fu' concesso: si ritirò in preghiera e dopo l'orazione morì mentre la grotta s'illuminava tutta, con grande meraviglia dei soldati presenti. La tradizione fissa la morte attorno al 126 - 127 D. C. Le reliquie del santo, per 233 anni a Iglesias, dopo diverse vicissitudini sono ritornate a Sant'Antioco nella chiesa omonima.
scheda dal sito della parrocchia di irgoli - per saperne di più chiesedisardegna
ORGOSOLO
E' una chiesa campestre, ricostruita sui resti dell'antica
E' una chiesa campestre, ricostruita sui resti dell'antica
CHIESE SCOMPARSE: Bitti, Gorofai frazione di Bitti, Mamoiada, Orotelli, Posada, Silanus